Naxoslegge… la poesia catalana. Da Salvador Espriu agli Imparables
Le donne non perdono il filo è il titolo con cui Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge e Extramoenia, ha voluto sintetizzare la narrazione sul mondo dei saperi delle donne, che costituisce uno degli assi portanti del programma 2014.
In particolare ai saperi delle donne è dedicato tutto il ricco programma del pomeriggio del 21 settembre che prende avvio, alle ore 16.30, presso la terrazza del Lido di Naxos, con la presentazione del libro L’altra faccia della terra, di Monica Triglia, vicedirettore di Donna Moderna, realizzato in collaborazione con Medici senza frontiere, che sarà presente al festival con uno stand istituzionale. Il libro sarà presentato da Maria Pia Lucà, presidente della associazione l’Altra metà, partner dell’ incontro, e da Ester Rizzo, esponente di punta del progetto sulla Toponomastica femminile.
Dalle 18.00 ci si sposterà nella corte di Palazzo Paladino, castello di Schisò, che apre le sue porte al pubblico solo in occasione di Naxoslegge. Qui prenderà avvio la conversazione sui saperi delle donne, che sarà aperto da un breve video dedicato a Chiara Vigo di S. Antioco in Sardegna, ultima maestra del bisso. Seguiranno gli interventi della scrittrice Marinella Fiume, sui saperi delle donne trasmessi di madre in figlia, e della antropologa Macrina Maffei, grande specialista della tradizione delle donne di mare e delle guaritrici. Interverrà anche la giornalista Nawal Soufi, da poco insignita del premio donne di frontiera a Marzamemi. Seguirà un importantissimo intervento a cura di Floriana Coppoletta esperta di beni immateriali e esponente di spicco del CUNES, il coordinamento dei Comuni UNESCO della Sicilia, con cui si affronterà la importanza della tutela e della promozione dei saperi delle donne come patrimonio dell’umanità. L’ incontro è coordinato dalla giornalista Anna Mallamo.
Alle 19.30, dopo una breve presentazione del libro La maestra di Kabul di Selene Biffi, a cura di Maria Andaloro, ideatrice del progetto Posto occupato, e di Mirella Mascellino della storica rivista Noi donne, la autrice del libro, Selene Biffi, riceverà il premio La tela di Penelope per il suo progetto, raccontato nel libro, di apertura di una scuola per bambini cantastorie a Kabul. Il premio consiste in un arazzo intessuto a mano dalle artigiane artiste della azienda La tela di Penelope di San Marco D’Alunzio, diretta da Maria Cutrì che, a proposito di saperi delle donne, ha recuperato la tradizione della tessitura dei Nebrodi.
Il tutto si chiude con un omaggio a Marija Gimbutas, la grande archeologa lituana, morta 20 anni fa, teorica della civiltà delle grandi madri. Alla archeologa Maria Clara Martinelli di Lipari, esperta di neolitico, il compito di tracciare un breve profilo della Gimbutas. Nello splendido scenario di Palazzo Paladino, sarà poi, per chi lo voglia, possibile partecipare ad un brain storming sul tema dei saperi delle donne, a cura di Marinella Fiume e Anna Mallamo, cui è affidato anche il compito di illustrare il generoso progetto editoriale di Arianna Attinasi, giovane e colta editrice di Geraci siculo, dal titolo evocativo, Una penna per la sibilla. Dieci scrittrici siciliane sono coinvolte nella stesura di dieci racconti, variamente ispirati al mito della sibilla cumana, che saranno pubblicati all’inizio del 2015.
Il progetto si collega, idealmente, al gemellaggio che, nell’ambito di Extramoenia Naxoslegge 2014, il 21 settembre, sarà siglato tra Cuma, prima colonia greca di Italia e Naxos, prima colonia greca di Sicilia.Una giornata, dunque, all insegna dei Saperi femminili, declinati in modo eccellente da vere protagoniste della cultura, interpreti di una dimensione non solo reale ma, diremmo, archetipale del femminile che, francamente, è quello che più ci interessa.
Costruire intorno ai saperi delle donne, e delle donne di Sicilia in particolare, un percorso tematico che ne salvaguardi la importanza e ne tramandi la necessità, è uno degli obiettivi che Naxoslegge, si prefigge, nella sua vocazione alla narrazione e nella consapevolezza che bisogna raccontare, per non dimenticare.
Il mondo dei saperi delle donne deve essere raccontato, per essere consegnato al futuro, come patrimonio imprescindibile di civiltà.
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