Carmelo Causale, poeta, autore e regista teatrale, è stato uno degli ospiti più presenti a Naxoslegge 2012: protagonista dell’omaggio a Bufalino e, ieri, di Scomunicati, la riscoperta degli autori borderline Giuseppe Lo Presti e Pierre Drieu la Rochelle.
A margine dell’incontro, lo abbiamo intervistato per approfondire la conoscenza di questi due “grandi” della letteratura siciliana.
Bufalino e Lo Presti sono due autori molto diversi, per stile, temi, ispirazione. Cosa può dare la riscoperta del loro lavoro alle giovani generazioni?
“Non c’è autore che non sia in grado di dare un contributo alla formazione dei giovani e che non possa parlare loro, a patto che sia autentico. Bufalino e Lo Presti sono autori non diversi ma diversissimi, eppure possono paralre ai giovani, ognuno a suo modo. Bufalino è un grande autore di romanzi fondamentali, un maestro di stile. Ai siciliani, in particolare, ha qualcosa da dire perché ha scritto cose meravigliose, come nell’opera Museo d’ombre, uno dei testi migliori, sul filo della memoria, mai scrittisulla società siciliana. Lo Presti ha in comune con Bufalino il fatto di essere, a suo modo, un caso letterario. Salvatore Ferlita l’ha definito, di recente, inserendolo nel suo ultimo libro, “un’arancia non raccolta”. Ma le arance non raccolte alla lunga cadono e diventano concime. Lo Presti è indigesto come personaggio. Nasce escluso, scrive da escluso, muore da escluso e non credo che potrà mai essere riscattato, semplicemente perché è morto troppo presto. Resta una promessa. La tragedia di Lo Presti non è personale ma generazionale. Per questo ho deciso di dedicare il mio intervento su questo autore a tre ragazzi catanesi che ho conosciuto e frequentato – Giuseppe Stella, Carmelo La Rosa, Orazio Viola – suoi e miei contemporanei, eversivi come lui, morti troppo presto come lui, con percorsi di vita come il suo, con cuori grandi come il suo. Per usare le sue parole: un impasto di amore e disperazione”.
Lo Presti, giovane scrittore che gravitava nella galassia dell’estrema destra con i Nar, era un escluso, esponente, come ci diceva, di una generazione di esclusi. Oggi chi sono gli esclusi?
“Oggi come ieri gli esclusi sono quelli che non hanno voce né rappresentanza, costretti ad ascoltare e non parlare mai, come la generazione di Lo Presti, partita per sconfiggere il mondo e sconfitta a sua volta perché il mondo non le ha dato la possibilità di esprimersi. La loro violenza in realtà era un’istanza di amore. La figura di Lo Presti non è comprensibile se non si considera la sua esistenza di emigrato siciliano nella grande Torino industriale. Nell’intervista a Tuttolibri, che ho citato nel mio intervento, egli lo dice chiaramente: “Il mio prossimo romanzo sarà ambientato a Torino perché questa città mi ha escluso, mi ha smarrito”.
Passando dalla vita alla letteratura, chi sono gli esclusi in ambito letterario oggi?
“I poeti sono gli esclusi per antonomasia, ma esclusi per scelta, perché la poesia è di per sé una scelta di esclusione dalla massa. Un puro esercizio di stile, come in fondo dovrebbe essere la grande politica, quella vera”.
Alessia Cotroneo – iTAM Comunicazione