Dario Tomasello, docente di letteratura italiana all’Università di Messina e drammaturgo, è intervenuto alla Notte della lettura presentando il libro L’Isola O-scena. Un’idea di Sicilia nella poesia contemporanea (Leo S. Olschki editore).
Del libro e dell’immaginario poetico contemporaneo abbiamo discusso, a margine dell’incontro, con l’autore.
Dario raccontaci il tuo libro. Cosa significa il titolo L’Isola O-scena?
“Il libro racconta quella che è la mia idea di Sicilia, un’idea appunto non l’idea in assoluto. E nella mia idea la Sicilia è O-scena nel senso che sta fuori dalla scena, fuori dal quadro nelle poesie degli autori siciliani. In maniera equivoca si è fatto riferimento alla teatralità esibita nella poesia siciliana, ma secondo me nelle poesie degli autori che ho analizzato, Cacciatore, Isgrò, Cattafì, Insana non c’è la volontà di esibire la propria sicilitudine. Nelle loro poesie trovi una Sicilia assente, o-scena in questo senso, un quadro lontano anni luce dalla Sicilia folkloristica”.
Un aggettivo per ognuno dei quattro poeti che hai raccontato
“La poesia di Cacciatore è per certi versi tremenda nell’inseguire la vena delirante che la percorre. La poesia di Cattafi manifesta una profonda esigenza di mettere in contatto gli uomini e riscoprire la bellezza pur non dichiarandola. Jolanda Insana la reputo la voce più originale della poesia contemporanea italiana, capace di una commistione fuori dal comune tra registro aulico e, se volgiamo, scurrile. Emilio Isgrò è quello che più direttamente affronta il nodo di una poesia che non esiste più, quella come l’abbiamo sempre immaginata. Ed è l’essenza lampante di quello che ho voluto dire attraverso questo libro”.
La poesia si trova oggi ad affrontare una fase di declino, per certi versi, quantomeno lontana dal grande pubblico. A cosa lo attribuisci?
“E’ il paradosso che vive la poesia, la più negletta delle arti eppure quella che superficialmente attira di più il grande pubblico. La poesia risponde ad un desiderio primordiale dell’uomo, l’istinto di comunicazione, anche se scorre in un sostrato profondo. Purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, in questo tempo caratterizzato dalla congestione comunicativa, la poesia rischia di scomparire e deve ritagliarsi il suo spazio. Sta belle cose dell’epoca che stiamo vivendo”.
Alessia Cotroneo – iTAM Comunicazione