Dalla Libia alla Tunisia, sfogliando le pagine più attuali e “calde” della Primavera Araba. Con la cornice suggestiva della baia di Naxos ad abbracciare, simbolicamente, l’intero Mediterraneo, Naxoslegge ieri pomeriggio ha proseguito il suo viaggio alla scoperta delle memorie mediterranee, del dialogo fecondo tra una sponda e l’altra del mare nostrum, da sempre uno dei temi portanti del festival delle narrazioni.
La prima pagina di questo viaggio ideale è stata affidata al giornalista libico – italiano d’adozione, a Messina, precisamente ad Acquedolci, per amore – Farid Adly, autore del libro La rivoluzione libica (Il Saggiatore). La prestigiosa firma del Manifesto e del Corriere della Sera ha dialogato con la studiosa del mondo arabo Alessandra Minniti, ripercorrendo la storia della rivoluzione libica, dalle origini fino alla deposizione di Gheddafi. Regalando al pubblico anche qualche osservazione sull’assalto al consolato americano di Bengasi e le sue speranze sul futuro del paese.
“Già la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto, qualche anno fa, avevano provocato a Bengasi (città ribelle per definizione della Libia, provata da anni di investimenti insufficienti da parte della dittatura di Gheddafi) una manifestazione con la morte di 13 giovani nell’assalto al consolato italiano. Proprio nell’anniversario di quelle morti – racconta il giornalista – il 17 febbraio è partita la scintilla della rivolta in Libia. Una rivolta scatenata dall’onda lunga delle “primavere” di Tunisia ed Egitto, ma le cui radici più profonde affondano in decenni di regime. Una dittatura terribile, caratterizzata da un mix letale di spietatezza e familismo, peggiore anche delle dittature latino-americane”.
Farid Adly riconduce ad un episodio, in particolare, la radice nazionale della rivoluzione libica: il massacro di 1262 detenuti del giugno 1996, trucidati con il mitra, nelle loro celle, solo per avere chiesto condizioni carcerarie migliori. Un massacro tenuto segreto fino al 2004, che ha scatenato i primi, timidi, sit-in di protesta contro Gheddafi al grido di “verità e giustizia”.
“Quell’episodio ha innescato le prime, pubbliche, denunce di quanto stava accadendo in Libia. Poi la rivoluzione ha abbattuto definitivamente il velo di paura e ha fatto risvegliare il popolo libico. Un popolo che già nelle urne ha dimostrato di volere moderazione, non fanatismo religioso. Venerdì (oggi ndr) a Bengasi ci sarà una grande manifestazione contro il terrorismo e l’estremismo islamico – ha annunciato Adly – perché la Libia non vuole essere frenata da chi, sotto il pretesto della difesa dell’Islam, vuole tornare a combattere a mano armata. ‘Abbiamo abbattuto Gheddafi, si legge sui cartelli libici, non ci lasceremo abbattere da altri piccoli Gheddafi’. E’ questa la risposta del popolo libico alla minoranza rumorosa che ha assaltato il consolato americano e agita il paese”.
Dalla Libia alla Tunisia, nella seconda pagina di Naxoslegge dedicata alla Primavera araba, con la proiezione del docu-film Bastava una notte. Siciliani a Tunisi. La pellicola del regista Manuel Giliberti, racconta una storia inedita al grande pubblico: quella dei siciliani di Tunisi, un’intera comunità di gente nata in Tunisia da genitori italiani ma permeata dalla cultura, dalla lingua e dalle tradizioni isolane.
“Questo documentario mi ha riportato alle nostre radici – ha raccontato agli studenti in sala l’attrice Lucia Sardo, voce narrante del film – facendo nascere dentro di me un sentimento di sorellanza e di commozione verso donne, uomini, siciliani nati lontani dalla nostra terra ma capaci di connettersi e interpretare in modo ancora più autentico e profondo di noi la sicilitudine”.
La serata i è conclusa con l’omaggio a Gesualdo Bufalino a cura di Carmelo Causale. Con l’intervento musicale del maestro Carlo Muratori, voce narrante Giuseppe Carbone, e la proiezione del film Auguri, Don Gesualdo di Franco Battiato.
“Oggigiorno la letteratura ha perso importanza – ha concluso Carmelo Causale – celebrarne i grandi nomi sembra quasi irrilevante. Nel caso di Bufalino, poi, sono state addotte varie motivazione, prima fra tutte la particolarità della lingua, giudicata barocca, demodè. Non sono d’accordo: mettendo da parte lo stile, i suoi temi restano centrali nel panorama culturale odierno”.
Oggi gli appuntamenti con Naxoslegge proseguiranno all’insegna delle donne e del teatro con Marinella Fiume, Beatrice Monroy e Tino Caspanello.