“Non ci rassegneremo”. Nel 1992 questo slogan sventolava dai balconi di Palermo per ricordare alla città che i giudici Falcone e Borsellino non erano morti inviano. Un messaggio raccolto e rilanciato da Aspettando Naxoslegge, la tre giorni sulla legalità che anticipa il festival delle narrazioni, della lettura e del libro. All’insegna di un motto “I panni puliti si stendono in piazza”. Ed è proprio quello che è successo ieri pomeriggio a Piazza Municipio, il cuore di Giardini Naxos, che ha ospitato l’installazione delle lenzuola antimafia realizzate all’indomani delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Un’eredità simbolica, conservata per tutto questo tempo dal Comitato dei lenzuoli ionico-etneo, un baule dei ricordi che ieri è stato aperto per riportare i lenzuoli antimafia là dove sono nati: nelle piazze e sui balconi, a sventolare tra la gente.
“Le tragiche morti di Rosario Livatino, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta non sono state rimosse dalla coscienza collettiva – ha aggiunto il sostituto procuratore della Dda di Messina Fabio D’Anna– ma sono ancora vive e presenti. Lo testimonia la partecipazione nutrita e variegata alla manifestazione di oggi, una partecipazione che non riscontravo da molto tempo. Tanti sforzi sono stati fatti in questi anni e quell’esperienza ha lasciato tanti insegnamenti a noi giovani magistrati di allora, primo fra tutti a diffidare della politica e a non essere contigui a nessun tipo di potere. Non vi chiedo di essere coraggiosi – ha aggiunto il sostituto procuratore – ma di essere più leali e di rivolgervi alle forze dell’ordine perché se non reagiamo alle piccole “mafiosità” del quotidiano, ci ritroveremo ad avere paura anche della nostra ombra. Soltanto così onoreremo veramente la stagione dello stragismo mafioso”.
Per la società civile le stragi di Capaci e via D’Amelio sono state una specie di brusco risveglio dal sonno dell’indifferenza, di cui il Movimento dei lenzuoli fu uno degli emblemi più evidenti e incompresi. “Cominciò una madre in via Maqueda – ha raccontato alla platea di studenti, cittadini e rappresentati delle forze dell’ordine Marinella Fiume, presidente dell’Associazione Antiracket di Fiumefreddo e una delle anime del Comitato dei lenzuoli ionico-etneo – e così il lenzuolo, fino a quel momento simbolo di morti ammazzati nelle strade, è diventato il nostro No alla mafia. Dopo vent’anni era indispensabile verificarne gli effetti, lo abbiamo voluto fare sulla falsariga di Roberto Alajmo con il libro Un lenzuolo contro la mafia. Sono vent’anni e sembra domani”.
Ma Falcone e Borsellino non sono state le uniche vittime dalla criminalità organizzata di cui si è parlato ad Aspettando Naxoslegge. Gli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Valli” di Castroreale hanno voluto ricordare, con un musical in versione ridotta, l’assassinio di Graziella Campagna. Mentre il regista Salvatore Presti ha testimoniato, con la proiezione di immagini inedite del suo film Luce verticale. Rosario Livatino. Il Martirio, la straordinaria vicenda umana del “giudice ragazzino” per cui è in corso la causa di beatificazione. “Tutta la sua vita – ha aggiunto il resista – è stata una preparazione al martirio, Questa figura, vittima della fida tra Corleonesi e Sidda, ci invita a riflettere ancora di più sul tema della giustizia, che, per utilizzare le parole di uno dei suoi rarissimi discorsi pubblici, si può esercitare solo attraverso la carità”.
Un’altra vittima quotidiana, più impersonale e meno conosciuta, della mafia su cui si sono accesi i riflettori è stata la categoria degli imprenditori e degli esercenti tartassati dal pizzo. “Opporsi al pizzo è possibile – ha sottolineato Giovanni Moschella, presidente dell’Associazione Commercianti antiracket e antiusura Valle Alcantara, che insieme a Marinella Fiume ha portato i saluti del presidente della Federazione Antiracket italiana, Pippo Scandurra, e del presidente onorario Tano Grasso – denunciare è l’unico mezzo per non cadere nelle mani dei mafiosi con l’assistenza delle forze dell’ordine e dello Stato. Mi auguro che sorga presto a Giardini una cellula di AddioPizzo”.
Aspettando Naxoslegge continua oggi, dalle 18, alla biblioteca comunale di Giardini, con la presentazione del libro A Palermo per morire di Luciano Mirone, sull’omicidio del generale Dalla Chiesa. Domani chiusura affidata a Pino se lo aspettava. Il racconto della vita e della morte di padre Pino Puglisi di Marco Corvaia e all’intervento del regista Salvatore Presti, direttore del Circuito del Mito sul film Todo Modo di Elio Petri.